Un 27enne su 3 VUOLE SCAPPARE DI CASA

mammone

Notizia di oggi: i giovani tra i 18 e i 29 anni coabita con la madre il 60,7% e il 26,4% abita a meno di 30 minuti,  le persone piú grandi con età compresa tra i 30 e i 45 anni il 25,3% coabita, il 42,5% abita nei pressi, e addirittura gli adulti con età compresa tra i 45 e i 64 anni l’11,8% coabita, il 58,5% abita in prossimità. (fonte Ansa) Ma il Censis fa solo ste ricerche???

La realtà è un altra, la realtà è che: 1 giovane dioccupato su 3 PROGETTA LA FUGA, passa ore a rimpiangere com’era bello quando viveva da solo, con uno stipendio o all’università, i piatti si lavavano solo se servivano per mangiare altrimenti restavano nel lavandino, il disordine era disordine…e non un “cerca di essere disordinato in maniera ordinata”, le serate con gli amici a casa.Ricordi ormai sbiaditi.

Il mammone è quello figo che si vede in tv, quello che vive in casa con mamma e papà non è un mammone è un disoccupato.

Titolo a nove colonne ” L’italiano sempre più mammone” “Il 30enne italiano non vuole abbandonare il nido” APRITEMI LA GABBIA. Più volte quando mi chiedono se convivo, dico che convivo part-time (dal venerdì alla domenica), perchè se il contratto è co.co.co. la convivenza è part-time. Due giorni a settimana, il venerdì si fa la spesa in casa prendendo in prestito dalla dispensa e per due giorni ci si arrangia, poi il lunedì si torna da mamma e papà..ma non perchè sono mammone..perchè ho finito le scorte.

L’unico modo per andare via di casa è dormire in 10 in un appartamento, sacchi a pelo per il divano, tipo una casa dello studente ma per disoccupati, pranzo e cena dalla Caritas (siamo a reddito 0, ci spetta di diritto) e il fine settimana da mamma e papà, solo perchè la Caritas è chiusa.

La verità è una, in Italia un disoccupato su 3 sta scavando un tunnel per scappare di casa, ma la disoccupazione, ogni giorno gli chiude il tunnel.

9 thoughts on “Un 27enne su 3 VUOLE SCAPPARE DI CASA

  1. Quanto mi rappresenta il messaggio di questo articolo. Anche se non sono disoccupato, condivido la tesi ”in casa non per volontà propria, ma perché mi mancano le chiavi della gabbia”.
    Un abbraccio Valeria

  2. ………….per non parlare di quanto sia duro convivere piacevolmente a casa con i genitori quando sono loro a mantenerti tout-court, senza neanche il diritto di un part del part-time…
    Ti vorrebbero vedere tutto il giorno in cerca del famigerato lavoro (già fosse semplice come prendere le centinaia di volantini dalle cassette e far pulizia nei condomini…) e pensano che forse non ti accontenti, che ai tempi loro… e che ora sei fortunata ad esser mantenuta. Certo, grazie, ma i livelli (comprensibili ) di stress in una famiglia aumentano tanto da sentirti in colpa per una uscitina la sera per svagarsi (“tu che prendi?” “no grazie ho già cenato” “qualcosa da bere?” “no, grazie, poi mi tiene di andare in bagno”)Non lavori ?non sei autorizzato ad uscire- svagarti -etc., Quindi a casa la sera sul divano con mamma e papà! Comprensibile il loro atteggiamento patriarcale (magari prendono una scarsa pensione e temono per il tuo prossimo futuro), ma tu, si tu, cosa puoi fare, visto che darsi da fare non è sufficiente?
    Beh andiamo tutti a raccogliere pomodori!Ops ora è tempo d’uva…ancora per un pò…poi ancora a casa…!

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  4. Sono perfettamente d’accordo con te! Mi fanno morire quando dicono che una volta maggiorenni gli stranieri lasciano il nido…e grazie…se cercano lavoro riescono a trovarlo con probabilità decisamente migliori rispetto ai loro coetanei italiani. Sono sincera…ho vissuto poco il dramma della convivenza in famiglia e quando a 26 anni ho preso casa da sola mi è sembrato di toccare il cielo con un dito. Col tempo l’entusiasmo del vivere da soli (seppur stipendiata) è diminuito e oggi, quando torno a casa, avverto un calore tale da esser contenta di non aver mai desiderato di scappare via.
    Certo non nascondo che se ora dovessi rientrare sarebbe per me difficile restare senza fare una carneficina ma il fato con me è stato benevolo…questo livello non me l’ha fatto mai toccare. Mi piace il tuo blog.

    • Il problema del rientro è dover stabilire dinuovo degli equilibri…per me è stata dura, dopo 10 anni fuori di casa, accettare il fatto che si mangiasse tutti insieme allo stesso orario, oppure uscire alle 23.00 e dare spiegazioni. diciamo che dopo due anni mi ero quasi abituata, tant’è che andare via mi è dispiaciuto un pò, però andare via è la cosa giusta! Però a differenza della volta precedente, sono andata via per gradi, ho incominciato con una convivenza part-time e poi dopo 6 mesi sono passata al full-time..in modo da rendere meno traumatico l’abbandono del nido!!! Sono felice che il mio blog ti piaccia, torna a trovarmi!!! A presto

      • Sì ho letto della convivenza part-time ed è un po’ quello che ho fatto io che nei weekend tornavo a casa visto che vivo in un’altra città. Ogni volta che torno il tempo sembra non esser passato mai perchè, nonostante la lontananza, poi mi vedo costretta nuovamente a fornire spiegazioni relative a tutti i miei spostamenti 🙂 un bacio e buon weekend!!!

  5. Almeno lo spettro della convivenza sono riuscito a evitarmelo, però è terribile dover “ringiovanire” al punto di farsi mantenere di nuovo dai genitori. La dipendenza economica, anche senza convivenza, espone sempre a rendicontazioni che si sperava appartenessero al passato! :S
    Bel blog, a presto

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